venerdì 25 aprile 2014

Condensa sui furgonati.

Riporto un intervento di Mario Zaro, titolare della Helix camper, relativamente agli accorgimenti adottati in fase costruttiva per ovviare al problema  condensa che spesso affligge i camper (non i furgonati come potrete leggere...).


Dunque… ci si poneva il problema della condensa che si viene a creare sulle parti della carrozzeria non a vista. Una premessa: la condensa che si forma sulle lamiere dei normali furgoni da trasporto cola lungo le pareti e va a depositarsi sulla base delle varie parti del furgone, in particolare finisce negli scatolati laterali che formano la base della carrozzeria e questi, prevalentemente sono…chiusi. Ovvero non hanno più delle aperture che ne consentono la fuoriuscita. Esistono dei fori che sono facilmente individuabili da dei tappi di plastica o di gomma, questo perché le lamiere sono oggi trattate in modo da non patire l’acqua neanche nel lungo periodo. Per il sale invece è tutta un’altra questione per cui è preferibile lasciare un eventuale piccolo accumulo d’acqua all’interno (che peraltro tende ad evaporare sempre abbastanza in fretta) piuttosto che consentire al sale depositato sulle strade di insinuarsi e depositarsi all’interno mischiato magari a terra in una zona dove la lamiera (a differenza di longheroni e traverse) è sottile e poco dilavata. Sui vecchi furgoni, dove vi erano delle aperture è facile rilevare veri e propri assalti della ruggine in quelle zone. Per quanto riguarda invece eventuali differenze tra commerciali e trasporto persone non ve ne sono se non nei rivestimenti, come quello del tetto, sempre presenti, proprio per evitare (oltre che per bellezza) che la condensa che si forma sul tetto goccioli sulla testa dei passeggeri.
Passiamo ai camper, anzi, prima, alla condensa. La condensa si forma dal contatto di aria particolarmente umida con una superfice fredda, o meglio, più fredda. Non sto a spiegarvi come funziona nel dettaglio anche perché non ne sarei capace. Per approfondire potete fare come me e andare su Internet e trovate tutto quello che serve per chiarirsi le idee.
Nel caso specifico il fenomeno si accentua a causa delle persone che soggiornano all’interno e che emettono costantemente , principalmente attraverso il fiato, ma anche attraverso l’epidermide vapore acqueo (per non parlare poi di un eventuale doccia calda!).
La variabile, che consente di abbattere la formazione di condensa, è data dall’isolamento e questo avviene in due modi: evitando che l’aria calda entri in contatto con la superficie fredda della lamiera (principale) e variando la superficie di contatto facendo in modo che non sia la lamiera a entrare in contatto con l’aria più calda.
La formazione di condensa dipende quindi in questi casi da quale, quanto e come l’solante è posizionato.
Una volta si usava la lana 0di roccia, la quale però aveva un basso potere isolante (paragonato con i materiali odierni) e comunque tendeva a impregnarsi dell’umidità che eventualmente ancora si formava. Oggi vi sono diversi tipi di materiali che possono essere applicati in pannelli rigidi sagomati oppure malleabili incollati direttamente sulla carrozzeria. In quest’ultimo caso oltre che fare da barriera termica, variano anche la superficie della lamiera rendendo la formazione di condensa estremamente improbabile. Nello specifico noi usiamo delle camere d’aria che vengono a formarsi tra il posizionamento di un materiale isolante (più o meno performante), la lamiera e la parete dell’abitacolo. La prima camera, che è a contatto con la lamiera la chiamiamo camera fredda poiché è isolata dall’interposizione dei pannelli dalla seconda camera che è quella calda che è invece a contatto con le pareti interne del camper. In tal modo abbiamo trovato una soluzione abbastanza efficace poiché la lamiera non entra in contatto con l’aria umida (la camera d’aria fredda risulta “stagna” rispetto all’atmosfera umida della zona living) ed inoltre l’aria stessa presente nella camera è fredda perché non interessata dall’aria riscaldata dell’abitacolo. L’aria più calda della seconda camera invece entra in contatto solo con la superficie dell’isolante (spesso 20 mm) che, vista la sua funzione, non trasmette il freddo della prima camera.
Per quanto riguarda invece le parti in metallo che non possono essere interessate dall’applicazione di isolante, come ad esempio i montanti posteriori, la maggior parte dei mezzi seriali utilizzano delle carterature (normalmente in plastica) che fanno da intercapedine. Questa, oltre a creare comunque un piccolo cuscinetto d’aria, consentono all’eventuale condensa di non essere vista e di poter colare (se in grande quantità) verso il basso per poi successivamente evaporare tramite il riscaldamento del camper stesso senza provocare ne danni e neppure muffe. Noi, non potendo permetterci, viste le estreme personalizzazioni degli allestimenti, le carterature, abbiamo dovuto affrontare il problema in modo più radicale per cui incolliamo sulle parti scoperte un PVC imbottito alveolare, che ha la doppia funzione di isolare e modificare la superfice della lamiera in modo che la stessa non sia sufficientemente fredda per creare condensa.
In conclusione ritengo che il problema della condensa nascosta sia un problema veramente marginale (con le dovute eccezioni di allestimenti fatti veramente male dei quali io non sono peraltro a conoscenza) appurato il fatto che la sua formazione, stante le attuali tecniche di allestimento, risulta essere veramente minima e che, comunque, in caso di sua formazione (ovviamente in quantità ragionevoli) la stessa non va a creare muffe e tantomeno a formare fenomeni di corrosione sulle attuali meccaniche.