venerdì 8 novembre 2013

"coso"

mi sembrava bello....tratto dal gruppo facebook "amiamo il plein air".


(omisiss) ...In effetti, il “coso” (un furgone Fiat 242 camperizzato) era davvero minuscolo e la sola idea di farci entrare tutte le vettovaglie che ci eravamo portati dietro, oltre ad una coppia di adulti con due bambini, appariva ad una prima occhiata praticamente folle; in realtà la sensazione restava tale anche ad una seconda occhiata e perfino ad una terza. Con occhi sgranati dalla disperazione rimasi a fissare l’espressione estremamente soddisfatta del marito che sporgeva dal finestrino del “coso” con l’aria di chi ha appena vinto alla lotteria.
Non mi rimaneva che adottare un atteggiamento spavaldo (a beneficio degli allibiti genitori) e salire con aria navigata a bordo del “coso”; tentativo fallito miseramente grazie al notevole dislivello tra il piano dell’abitacolo e quello del terreno che mi obbligò ad un ridicolo saltino che minacciava di farmi ripiombare con il sedere per terra; ma almeno questa umiliazione mi fu risparmiata e finalmente mi ritrovai all’interno dell’abitacolo. L’incombente sensazione di claustrofobia che già si stava facendo strada in me esplose repentinamente con la violenza di un tornado non appena realizzai che avremmo passato le prossime due settimane a stretto contatto di gomito all’interno di un furgone che non superava i quattro metri quadri di superficie disponibile!
Chiusi gli occhi e cercai di riacquistare almeno una parvenza di lucidità; dopo qualche secondo li riaprii, con la segreta speranza di veder sparire il “coso” in un limbo dimenticato, ma naturalmente l’infernale camper era ancora davanti ai miei occhi con le sue lillipuziane dimensioni; poteva quasi sembrare una casa di bambole, ma erano persone vive quelle che si sarebbero dovute adattare al suo interno. Nel catalogare, con occhio avvilito, i pochi arredi che ne componevano l’interno dovetti alla fine arrendermi alla terribile evidenza: era ormai troppo tardi per cambiare idea e non mi rimaneva che cominciare il trasloco a bordo del “coso”, figli compresi: il mio avvilimento era tale che non mi preoccupavo neanche più di dove avrei infilato le masserizie. Con aria assente mi ritrovai ad imbarcare pacchi su pacchi, mentre il marito non riusciva a frenare la sua esuberanza e cicalava continuamente, mostrandomi tutti i particolari e cercando di strapparmi dal mio atteggiamento che scivolava sempre di più verso estremi catatonici. “Guarda che amore! E’ tutto in miniatura, ma non manca niente! Vedi queste poltroncine si trasformano in un comodo letto matrimoniale, e qui sopra c’è anche la possibilità di montare una brandina supplementare, ma i bambini sono così piccoli che non ce ne sarà bisogno! E poi qui c’è il locale bagno, con il lavandino e il gabinetto, proprio come quello di casa! E che ne dici dell’angolo cottura con tanto di frigorifero? C’è proprio tutto e vedrai che ci divertiremo da matti!".......(continua....forse)


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