martedì 29 dicembre 2015

Multa da 2000 a 4000 euro per chi riempie bombole di Gpl in Italia...



Ciociaria, riempiva bombole di gas per uso domestico a un distributore di Gpl

La Guardia di Finanza ha denunciato il gestore dell'impianto di carburanti e un suo collaboratore. Sequestrati 16.500 litri di gas. Maxi multa per il cliente

Ignaro del pericolo cui esponeva se stesso e i suoi familiari, un cinquantenne sorano, cliente di un distributore stradale compiacente, sito nel comune di Atina (Frosinone), effettuava il riempimento delle bombole di gas utilizzate comunemente nelle cucine domestiche.
LA DENUNCIA – I finanzieri del Gruppo di Cassino hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, un imprenditore, gestore di un impianto di distribuzione di carburanti di una nota compagnia petrolifera, ubicato nella periferia cittadina, e un suo collaboratore, in quanto pur esistendo un espresso divieto normativo, si erano dotati di raccordi realizzati artigianalmente per collegare l’erogatore del distributore di Gpl destinato alle autovetture alle bombole di gas domestico.
COLTI SUL FATTO – Le Fiamme Gialle, infatti, hanno sorpreso le persone denunciate mentre riempivano una bombola di gas per uso domestico di un cliente, con Gpl per uso autotrazione utilizzando raccordi appositamente modificati, incuranti dei rischi connessi alla possibile fuga di gas stante l’assenza della necessaria strumentazione per verificare lo stato di carica del contenitore nonché la sua tenuta, violando gravemente la normativa di prevenzione incendi.
IL SEQUESTRO – I due responsabili dell’impianto sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Cassino, mentre l’impianto di erogazione del Gpl, comprensivo della cisterna contenente 16.500 litri di gas, la bombola del cliente e 2 adattatori artigianali utilizzati per il travaso del prodotto, sono stati sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. I responsabili della violazione penale rischiano l’arresto da 6 mesi a 3 anni, mentre nei confronti del cliente è prevista una sanzione amministrativa da 2.000 euro a 4.000 euro.
È opportuno sottolineare che i contenitori di Gpl per uso domestico necessitano di essere riforniti presso impianti all’uopo autorizzati, dove vengono sottoposti a verifiche di sicurezza sulla tenuta del gas e a periodiche revisioni di collaudo, che assicurano gli utilizzatori contro gravi incidenti derivanti da scoppio o incendio per un errato utilizzo di tali tipologie di prodotti.
06/10/2015
Tratto da: http://www.cinquequotidiano.it/

giovedì 1 ottobre 2015

comunicazione importante

E' necessaria la sostituzione della tazza del filtro


Nell'ambito della sicurezza della qualità, Truma ha identificato un danno materiale delle finestre della tazza del filtro per gas. Ciò è dovuto ad una lavorazione errata da parte del fornitore primo. Il danno materiale potrebbe provocare una fuoriuscita incontrollata di gas nell'ambiente, attraverso il vano portabombole. Tutte le tazze del filtro a partire da gennaio 2012, presentano questa problematica.
Truma, in quanto produttore 'premium', fornisce prodotti affidabili e di altissima qualità. La sicurezza e il benessere dei nostri clienti hanno l'assoluta priorità. Per evitare qualunque possibile rischio, Truma ha deciso di sostituire con una nuova soluzione, tutte le tazze del filtro presenti sul mercato.
La probabilità che si verifichi un tale danno materiale è piuttosto bassa. Tuttavia, tutti i camperisti che hanno montato nel proprio veicolo un filtro per gas Truma devono osservare le seguenti misure precauzionali:
  • Mettere immediatamente fuori servizio l'impianto a gas
  • Contattare il proprio rivenditore o direttamente la Truma e richiedere le nuove tazze del filtro gratuite
  • Sostituire le vecchie tazze del filtro con quelle nuove
I clienti finali possono effettuare la sostituzione con facilità e velocemente anche da soli. Prima della sostituzione, è necessario chiudere l'alimentazione del gas. Dopodiché è possibile svitare la vecchia tazza del filtro (seguire la stessa procedura per la sostituzione della cartuccia filtrante) e infine avvitare quella nuova. Le nuove tazze del filtro possono essere ordinate nel seguente modo:
• Online: www.truma.com/new-gasfilter
• Presso tutti i rivenditori e partner d'assistenza: www.truma.com/dealersearch

venerdì 25 settembre 2015

Ducato o Master...questo è il dilemma!





 




Il Fiat Ducato, come tutti sanno, è la meccanica più usata come base per la costruzione degli autocaravan e, nello specifico, anche per i camper furgonati. Noi da anni (come Helix Camper) utilizziamo invece la meccanica Renault ma, ultimamente, abbiamo presentato anche degli allestimenti su base Ducato. La scelta di indirizzarci anche su quest’ultima è stata presa non tanto per accontentare i patiti di Fiat ma più che altro per poter sviluppare certi tipi di disposizioni che la volumetria interna del mezzo made in Italy favorisce.
Sovente ci è stato chiesta la differenza tra le due meccaniche e ultimamente anche sui social network che seguiamo sono sorte delle discussioni su questo argomento. Vorremmo quindi metter a disposizione la nostra piccola esperienza per descrivere quelli che noi riteniamo i pregi e i difetti dei due mezzi precisando che i nostri pareri non sono certamente condivisibili da tutti e tanto meno sono giudizi indiscutibili. Un parere insomma soggettivo nato dal nostro lavoro e dall’uso che facciamo e abbiamo fatto in modo intensivo dei mezzi che usiamo noi come camperisti.
Partiamo innanzitutto dalla parte meccanica intendendo per quest’ultima il mezzo in se che deve ospitare l’allestimento nella sua completezza.

-          Motorizzazione.

Prendendo in esame le motorizzazioni in cilindrata 2.3 (tralasciando quindi il 3.0 Fiat) abbiamo rilevato come nelle potenze 125/130 e 150 cavalli il Multijet di casa Fiat sia più piacevole da guidare, non tanto ai bassi regimi (con una sensazione di coppia forse superiore su Master) ma nella sua intera curva di utilizzazione. Il 2.3 Fiat ha un allungo superiore combinato a una buona elasticità che aiuta, ad esempio nelle salite autostradali, a mantenere la marcia inserita o ad allungare per poter inserire una marcia superiore. Nel Renault capita spesso di ritrovarsi con una marcia corta ma non riuscire ad allungare a sufficienza per inserire quella più lunga. Inoltre, salendo su strade montane, il Ducato consente una guida più briosa dove sul Master si sale si bene, ma con una guida più tranquilla lavorando sui bassi regimi e non sull’allungo. Tutte queste considerazioni non valgono per i nuovissimi motori Twin Turbo 2.3 da 135 e 165 cavalli del Master, che, proprio per la doppia turbina, sopperiscono alle mancanze del Single turbo ma con costi opzionali che consentono l’acquisto del 3.0 Ducato.
I consumi risultano molto simili in condizioni di utilizzo normali, con forse un lieve vantaggio (nell’ordine di 0.5 litri ogni 100 km) per il Master. Diverso il discorso in caso di guida “allegra”, specialmente in montagna, dove il Ducato risulta più assettato di almeno 1 litro ogni 100 km rispetto alla meccanica francese.
Dove, purtroppo, non c’è storia è nella rumorosità del motore. Il Master surclassa il Ducato in modo netto. La differenza non si può apprezzare se non si sono guidate ambedue le meccaniche. Il Ducato è indubbiamente meno rumoroso delle generazioni precedenti ma il Master permette viaggi in assoluto relax uditivo quando invece il Ducato, provata l’altra esperienza, ti mette quasi voglia di accendere l’autoradio. 

-          Confort di marcia.

Per quanto riguarda la rumorosità del motore abbiamo già espresso il nostro parere. Parliamo quindi del reparto sospensioni. Le versioni del Ducato sono due, la Light e la Heavy. In ambedue i casi abbiamo notato come le sospensioni abbiano dei problemi/difetti. Nella versione Heavy troviamo un adeguato comparto posteriore mentre le anteriori (con il mezzo allestito e carico pesante circa 33/34 q.li) registrano dei soventi fondocorsa estremamente fastidiosi sulle asperità secche prese senza le adeguate precauzioni (ad esempio quando le si scorge all’ultimo e si arriva in frenata, oppure in curva con il peso “coricato” dal lato della buca o del salto). Nella versione Light invece il reparto anteriore sembra comportarsi meglio mentre abbiamo  notato come le posteriori siano caricate (sempre con gli stessi pesi) troppo e risultino quasi a fondocorsa. Probabilmente questa differenza è dovuta, oltre alle differenze del ponte posteriore, anche all’assetto del mezzo, che nell’Heavy risulta con la parte posteriore decisamente più alta dell’anteriore con conseguente diversa distribuzione dei pesi in frenata o in situazioni di trasferimento di carico.
Su Master tutti questi problemi non esistono, perlomeno sulle versioni 35 q.li. Non abbiamo mai rilevato nessun fondocorsa e il mezzo risulta perfettamente in piano rispetto alla sede stradale. Anche la risposta sulle asperità è meno secca, migliorando il comfort e automaticamente favorendo la stabilità dell’allestimento nel tempo (meno scricchiolii).
Discorso diverso invece per la tenuta di strada. Il Ducato risulta “dondolare” meno sia nelle tortuose strade montane sia nei lunghi curvoni autostradali. Il Master tende (dopo  le prime migliaia di chilometri percorsi) a “coricarsi” di più, senza peraltro mai dare la sensazione di perdita di aderenza, ma invogliandoti comunque a sollevare un po’ il piede dall’acceleratore dove magari, con il Ducato , vien voglia di schiacciarlo ancora più a fondo perché tanto…”tiene bene”. Insomma, sul Renault, se scegli una guida un po’ allegra, pur avendo il nostro sedili ISRI parecchio anatomici, ti ritrovi a “navigare” con il corpo su un mare un po’ più agitato.
Ambedue comunque, non risentono (parliamo di furgonati) di particolari problemi nel sorpasso di mezzi pesanti o in caso di forte vento laterale. In questo si equivalgono.

-          Ergonomia dell’abitacolo.

Anche in questo caso abbiamo rilevato un notevole vantaggio in casa Renault. Il cruscotto del Master risulta pieno di vani e tasche ove riporre qualunque cosa. Il volante è piccolo e piacevolmente automobilistico (a qualcuno però potrebbe non andare a genio), la posizione di guida è comoda e non stanca neppure durante molte ore di guida, inoltre è centrata rispetto a volante e pedaliera. Un particolare: lo strapuntino della leva del cambio è più sporgente e, se può risultare un po’ fastidioso durante il passaggio dal sedile guida alla zona allestita, è invece molto comodo perché funge da appoggio alla gamba destra, quella per intenderci che usa l’acceleratore, molto utile durante i lunghi viaggi.
Il Ducato invece, nonostante il recente restyling (che purtroppo non ha toccato in modo particolare il cruscotto), ha una plancia con pochissimi vani e di quei pochi alcuni sono malamente sfruttabili. Il cassettino lato passeggero basso contiene a malapena il libretto del mezzo e poco altro. Quello superiore poco più che una lattina. L’unico degno di nota e quello centrale ma..lo sportello è diventato un optional (al posto, di serie, c’è un portabicchieri) e, per come costruito, con tasca sullo sportello invece che sul cruscotto, è soggetto a prender gioco richiedendo delle soventi regolazioni. A differenza del Master non c’è una tasca che segue tutta la parte alta del cruscotto rivolta verso il vetro ma solo il portacartine/documenti sollevabile, onestamente un po’ anacronistico, utile sicuramente ai corrieri ma che potrebbe magari essere sostituito, in opzione, con un portaoggetti. Le tasche sulle portiere sono due (contro le quattro del Master, una in opzione) delle quali una, la superiore, adatta solamente per oggetti piccoli. La portiera poi risulta con una buona parte di metallo scoperta, la dove il Master invece ha la scocca in plastica coprente. Altra cosa che personalmente trovo scomoda è il freno a mano sulla sinistra. Qui non troverò d’accordo molte persone che sosterranno che il freno a mano nel corridoio tra i due sedili è un fastidio per il passaggio. Non è più così. La posizione del freno a mano del Master non pone alcun problema essendo lo spazio tra i due sedili maggiore rispetto a Ducato. Per contro nel Ducato viene da chiedersi…e se, in caso di emergenza, il passeggero dovesse cercare di frenare il mezzo? Evento assai raro certo ma…..Inoltre, sovente, scendendo dal Ducato capita di agganciarsi al freno a mano con abiti o quant’altro.
Riguardo alla posizione di guida del Ducato abbiamo rilevato il disassamento verso destra rispetto a volante e pedaliera. Non è un problema quando si è fatta l’abitudine ma preferiamo la guida in asse (soprattutto del volante) del Master. Lo spazio tra i sedili anteriori, stante questo disassamento è inferiore rispetto a Master.
Per quanto riguarda gli accessori dell’abitacolo, sul Ducato si può pescare in un listino un po’ più nutrito rispetto al Master ma c’è da dire che alcune cose che in Renault risultano di serie (come il controllo di trazione) sul Fiat sono optional (traction plus). Inoltre alcuni accessori sono risultati più completi e ben posizionati sul Master. Un esempio: il cruise control su Master è comandato da pulsanti sul volante e, sullo schermetto digitale della strumentazione indica in numeri la velocità impostata. Su Ducato viene comandato da una leva a sinistra che, per chi non è abituato, può essere confusa con  quella delle frecce che è posizionata molto in alto rispetto alla maggior parte delle vetture (compreso Master) che ce l’hanno centrata. Inoltre non vi è indicazione alcuna della velocità impostata, bisogna quindi andare…a memoria.
L’infotaiment del Ducato è abbastanza retrò seppur molto semplice da usare e lo schermo ha un touchscreen veramente impossibile da usare in movimento (direte…quando viaggi non tocchi!...per la cronaca è impossibile anche per il passeggero). In compenso l’impianto audio è migliore rispetto al Master che ha un acustica peggiore e uno schermo, posizionato sulla cappelliera, impossibile da leggere con il sole alto in cielo (non parliamo poi di quando è frontale). All’opposto invece abbiamo preferito i comandi audio al volante del Ducato rispetto al satellite del Master.
Tra gli accessori che ci sono piaciuti nel Ducato (e che Master non propone) ci sono il volante e il pomolo del cambio in pelle, e la strumentazione di stampo motociclistico, così come gli inserti in finto alluminio nella plancia Techno. Altra chicca Fiat è la telecamera di retromarcia integrata nel cruscotto e posizionata in alto sui portelloni. Tutt’altra cosa rispetto a quella Renault posizionata rispettivamente nell’aletta parasole e sopra la targa.
Molto fastidioso nel Ducato l’impossibilità per chi ha le gambe lunghe di distenderle completamente dalla seduta passeggero e, nel Master, lo specchio basso del retrovisore esterno non regolabile (nel Ducato sono regolabili tutti elettricamente).
Ci sarebbero poi molti altri particolari che rendono differenti nel bene o nel male i due mezzi ma risultano essere solo dettagli. Qui ci siamo solo concentrati solo sulle cose che possono fare la differenza.
Un paio di appunti: l’estetica dell’ultimo Ducato risulta, a nostro parere, più accattivante del Master pur se con il distinguo del tetto extraalto (in lamiera tutt’uno con la carrozzeria sul Ducato, in vetroresina aggiunto sul Master) che sul mezzo Fiat è piuttosto infelice. Secondo; in riferimento ad alcuni particolari bisogna tener conto che il Ducato è pur sempre un mezzo nato nel 2006 mentre il Master ha visto i propri natali nel 2010.

Ora possiamo affrontare brevemente la disamina della conformazione della parte allestibile (sempre in riferimento ai furgonati) senza dilungarci troppo in particolari tecnici che possono non interessare.

Il Ducato viene declinato in 4 lunghezze, 3 passi e 3 altezze: C-M-L e XL rispettivamente 4963 passo 3000, 5413 passo 3450, 5998 passo 4035 e 6363 passo sempre 4035 per quanto riguarda le lunghezze, H1 – H2 e H3 rispettivamente 2254, 2524  e 2764 ( ecluso C e M solo per L e XL) per le altezze
Più o meno stessa cosa con il Master con 4 lunghezze, 3 passi e 3 altezze ma..cambiano le sigle e non solo: L1-L2-L3 e L4 rispettivamente 5048 passo 3182, 5548 passo 3682, 6198 passo 4332 (più un trazione posteriore ma con passo 3682), 6848 passo 4332 ma solo trazione posteriore, H1 - H2 – H3 rispettivamente 2307, 2499 e 2749 (escluso L1 ma su L2, L3 e L4) per le altezze.
Come si può vedere il Master è mediamente più lungo del Ducato paragonando le rispettive categorie, questo si traduce in passi a loro volta più lunghi, che, se non creano problemi sulle dimensioni corte e medie possono invece dare fastidio sulla dimensione dei 6 metri dove il Master è più lungo di 20 cm con un passo di addirittura 4.30 metri. In queste considerazioni tralasciamo volutamente la disamina del Master a trazione posteriore che, se può essere un plus per qualcuno, non ha particolarmente riscontro nei volumi di vendita per quanto riguarda l’allestimento.
Per quanto riguarda le altezze invece il Master ha la possibilità di avere il tetto extra alto anche sul passo medio, cosa che Ducato non prevede.
Detto tutto ciò possiamo trarre alcune conclusioni riguardanti l’allestibilità delle varie meccaniche.
Colmato il gap di una versione dedicata all’autocaravan da parte di Renault è indubbio che il Ducato possiede nel vano di carico il suo punto forte. Con un rapporto dimensione esterna/lunghezza vano di carico al top della categoria, con le pareti laterali che “chiudono” veramente poco e con i longheroni e le traverse che fanno da centina di spessore ridotto (con una larghezza utile da centina a centina di 185 cm nel punto più largo e fino a 193 cm raggiungibili sfruttando le parti non centinate ma comunque isolandole) il mezzo della Fiat è imbattibile.
Il Master invece risulta più lungo esternamente a parità (quasi) di misure interne. L’estrema curvatura delle pareti limita l’allestibilità nella parte alta e lo spessore delle centine (necessarie per la trazione posteriore), se da un lato lo rendono più robusto, limitano la larghezza interna tra centine a 175 cm (185 massimo nelle parti non centinate sfruttabili).
In conclusione riteniamo che sugli allestimenti che si sviluppano in lunghezza e fino al passo medio, il Master regga tranquillamente il confronto con il Ducato, con in più il vantaggio del tetto extraalto (su Ducato si può installare in after market ma partendo dal tetto basso avendo come controindicazione il portellone scorrevole basso che può dar fastidio nell’ingresso obbligando sempre a chinarsi) già dalla lunghezza di 5 metri e mezzo. Mentre sugli allestimenti trasversali come nel caso di letti in coda il mezzo Fiat risulta alla fine più confortevole e spazioso pur conservando una lunghezza esterna sotto i 6 metri con un passo ragionevole. Inoltre il Ducato ha al suo arco la freccia del 636 che, con il passo del 6 metri, aumenta lo spazio interno di ben 25 cm rispetto al Master 6.20 con passo da 4.30. Su Ducato poi esistono dei tetti extraalti after market (per Master no) anche per il passo corto (ma con le stesse controindicazioni sopra espresse oltre che al prezzo finale condizionato dall’installazione di tale accessorio).

E con questo abbiamo terminato.

sabato 22 agosto 2015

Velocicamperfoto

Ecco alcune foto dei nostri Velocicamperaptor foto in giro per l'Europa:


TOPANGA - NORMANDIA - AGOSTO 2015




PaoloePaola - SARDEGNA - AGOSTO 2015



SIMO4 - DANIMARCA - AGOSTO 2015




Andreag -  NORMANDIA AGOSTO  2015




Giornifelici - NORVEGIA NIGARDSBREEN  2015




LuckyJoint - IRLANDA 2015




OBOLO - ABRUZZO - AGOSTO 2015



NEMESIS - ISLANDA - AGOSTO 2015


PiCook & Co. - UNGHERIA - AGOSTO 2015


martedì 17 febbraio 2015

Frigo a compressore o trivalente?

Copio incollo un intervento di Mario Zaro (Nemesis) titolare della Helix in merito alle differenze tra frigo a compressore o trivalente.

Compressore o trivalente: l’eterna lotta. Ecco alcune considerazioni.
Come è stato detto innanzitutto il frigo a compressore costa meno rispetto a un trivalente, e non solo come apparecchiatura in se ma anche come installazione. Inoltre la sua modalità di funzionamento consente di giostrare meglio l’allestimento non dovendo sottostare ad alcune specifiche imprescindibili del frigo a gas.
Dalla sua il frigo a gas ha sicuramente l’autonomia (anche se pur sempre limitata, ma in modo minore , dalle bombole).
Per contro il trivalente richiede, quando non si è collegati a una fonte di alimentazione a 220, l’avere una fiamma sempre accesa e quindi un rubinetto del gas sempre aperto, il minor rendimento ad alte temperature esterne che, con il passare del tempo e la vetustà dell’apparecchiatura, si accentua, la maggiore complessità di funzionamento (nel caso dei frigo con selezione di alimentazione manuale bisogna intervenire sull’apposito selettore, e comunque anche in quelli automatici dove maggiore è l’elettronica), la dipendenza appunto dalle bombole con costi maggiori di ricarica delle stesse rispetto all’alimentazione esclusivamente a 12v dei compressore, una maggiore manutenzione che si “dovrebbe” fare per pulire il gruppo posteriore sia nella serpentina/scambiatore di calore sia per quanto riguarda il bruciatore vero e proprio e infine il maggiore tempo di raffreddamento da quando lo si accende a quando lo stesso raggiunge la temperatura ideale.
Il frigo a compressore è avvantaggiato, rispetto al trivalente, in tutti i punti sopra elencati ma dal canto suo patisce un consumo di corrente che limita le soste a seconda dell’impianto di alimentazione elettrica di bordo (doppia batteria servizio, pannello solare, etc) e se non ben installato, con la dovuta aereazione o quando la temperatura esterna è molto elevata, può arrivare a dei consumi elettrici veramente notevoli se non addirittura a non raffreddare più o a provocare il blocco della sicurezza termica del compressore. Queste ultime problematiche comunque, come per il trivalente possono essere evitate con l’applicazione di una ventolina di estrazione supplementare che tutti i compressori comunque prevedono con appositi contatti che la alimentano e la fanno funzionare in concomitanza con il compressore.
Bisogna aggiungere inoltre una pur sempre minima rumorosità data dal ronzio del compressore e della ventola di raffreddamento di serie. Qualcuno potrebbe non sopportarlo di notte, anche se decisamente inferiore rispetto hai vecchi compressori (così come il consumo elettrico).
Personalmente e indipendentemente dalla mia politica di allestimento io preferisco il frigo a compressore. Questo perché l’uso che faccio del mezzo è prevalentemente itinerante e non mi porta mai a delle soste in completa autonomia per più di tre o quattro giorni. Per poter fare questo però ho un impianto con doppia batteria servizi e pannello solare (che, ricordo, d’estate e a piena insolazione ha un efficienza ben differente rispetto all’uso invernale dove a poco serve, e d’estate, se si vuole l’ombra sul proprio mezzo l’apporto elettrico si riduce comunque in modo drastico) che mi consente soste, d’estate appunto, anche di cinque o sei giorni mentre d’inverno a temperature accettabili di quattro come sopra detto. Inoltre con il riscaldamento a gasolio e solo il boiler e il fornello a gas il mio consumo di gas si riduce ad una bombola da 5 kg ogni 6 mesi con un uso costante del mezzo. Inoltre di notte posso chiudere tranquillamente la bombola del gas anche in sosta libera. Certo, per mantenere efficienti e sempre cariche le batteria bisogna dedicarci un po’ di attenzione e avere la possibilità di attaccare magari alla corrente il mezzo per 24 ore prima di partire.
Per quanto riguarda i pesi direi che più o meno si equivalgono. Il frigo trivalente pesa un po’ di più e sommandolo alle bombole più grandi si va a coprire il peso della seconda batteria contando che magari poi il pannello solare lo si mette comunque in ambedue le soluzioni.
Per finire inoltre io detesto l’idea di avere una fiamma sempre accesa (in sosta libera) con i, pur remotissimi, pericoli di incendio e di gas da combustione.
Il trivalente rimane insostituibile in alcune situazioni, come ad esempio le soste libere prolungate, o le vacanze senza appoggiarsi in strutture ricettive, dove gli spostamenti sono brevi e non danno al motore il tempo di ricaricare adeguatamente le batterie.
Insomma, come al solito, non c’è una formula assoluta ma direi…ad ognuno il suo, a seconda dell’uso che se ne fa.


Mario Zaro - Allestitore e furgonista convinto.

lunedì 2 febbraio 2015

E le bombole...?

Ricarica pericolosa ed illegale della bombola.


Le bombole di gas per uso cottura o per riscaldamento (stufe a gas) devono essere acquistate presso centri autorizzati, purtroppo però qualcuno pensa di poterle riempire nei distributori dove viene erogato il GPL per autotrazione, ci sono molti inconvenienti in questa operazione.
Il distributore non può riempire contenitori di alcun tipo se non i serbatoi degli autoveicoli opportunamente strutturati e collaudati, il gas per autotrazione ha accise differenti rispetto a quello ad uso domestico e poi non è abilitato a farlo, le bombole non hanno l’aggancio predisposto per l’erogatore della pompa e utilizzarne uno fai da te è illegale e pericoloso (bocchettone non omologato).



Le bombole che si trovano dai rivenditori autorizzati vengono riempite fino all’80% il 20% è destinato al vapore, riempire oltre questo limite può causare l’esplosione della bombola, la valvola potrebbe cedere sotto la pressione del gas.

Per chi fosse solito acquistare la bombola e montarla da solo è necessario sottolineare alcune norme di sicurezza:
  • Durante il trasporto la bombola deve restare sempre verticale, se venisse coricata il gas liquido potrebbe compromettere il corretto funzionamento della valvola
  • Il gas contiene delle impurità (il distributore autorizzato effettua una pulizia della bombola prima di riempirla ma non tutte vengono eliminate) 
  • I tubi devono essere cambiati entro la data di scadenza indicata

Il GPL è una miscela di propano e butano con un alto potere calorifico, si presta per la combustione tramite bruciatori e in alternativa come combustibile per l’autotrazione, il gas impiegato come combustibile domestico è denaturato con una particolare sostanza chiamata marcante per distinguerlo da quello che si trova dal distributore, il gas per autotrazione viene agevolato ed ha un costo che all’utilizzatore finale è di circa la metà.

Impiegare GPL per autotrazione per ricaricare le bombole  però non è ne consentito ne sicuro, infatti chi ricarica presso un centro autorizzato lo fa in piena sicurezza, la bombola viene pulita da eventuali residui che potrebbe far funzionare male i bruciatori o il regolatore (quindi è più pulito) e viene caricata fino all’80%, il tutto in totale sicurezza.


Vedere anche   qui

lunedì 26 gennaio 2015

Patente C questa sconosciuta

Nella tabella sottostante vengono riportate le principali differenze tra avere un camper (M1) immatricolato entro oppure oltre i 35 qli.
Molti utilizzano il camper per Motocross o altri sport con attrezzature pesanti e si chiedono quali sarebbero le differenze tra guidare una mezzo con petente B oppure C.
I furgoni che in Italia prevedono l'immatricolazione oltre i 35 qli (sia in opzione che come primo allestimento) sono di svariati marchi.
Ecco cosa cambia tra il condurre un veicolo omologato per patente B e uno per patente C.
(MCPC = Massa Complessiva Pieno Carico)
Veicolo con MCPC 3.5 t
e patente B
Veicolo con MCPC superiore a 3.5 t e patente C
AssicurazioneFino a 7.5 t di MCPC le tariffe non cambianoFino a 7.5 t di MCPC le tariffe non cambiano
Autostrada (tariffe)Sono calcolate in base agli assi. Possibilità utilizzo TelepassSono calcolate in base agli assi – aumentano solo nel caso il veicolo sia dotato di doppio asse posteriore. Possibilità utilizzo Telepass
Autostrade estero: AustriaAcquisto Vignette obbligatoria.Acquisto GoBox obbligatorio: è ricaricabile con tagli di 80 euro.
Autostrade FranciaPagamento pedaggi. Su alcuni tratti Cofiroute attenzione all’altezza: se superiore a 3 metri si applicano le tariffe classe 3Pagamento pedaggi. Su alcuni tratti Cofiroute attenzione all’altezza: se superiore a 3 metri si applicano le tariffe classe 3
Autostrade estero: SvizzeraAcquisto Vignette annuale obbligatoria.Acquisto di 10 o 20 giornate di transito presso dogana. Costo a partire da 20 euro.
Autostrada – utilizzo corsieVeicoli fino a 699 cm: tutte le corsie abilitate. Terza corsia preclusa ai veicoli con lunghezza superiore a 7 metri.Terza corsia preclusa a prescindere dalle dimensioni.
BolloSi paga in base ai kW e alla classe di emissioniSi paga in base ai kW e alla classe di emissioni
Limiti di velocità (urbano/extraurbano/autostrada)50/90/13050/80/100
RevisioneLa prima al compimento del quarto anno di età. Successivamente biennale. Possibilità di effettuarla presso centri privati.Annuale e da effettuarsi presso gli uffici della Motorizzazione Civile.
Tunnel e traforiSolitamente in classe 2Solitamente in classe 2. Classe 3 per veicoli con altezze prossime ai 350 cm.
TraghettiTariffe in base alla lunghezza e altezza del veicolo, non in base al pesoTariffe in base alla lunghezza e altezza del veicolo, non in base al peso

giovedì 22 gennaio 2015

La sicurezza della lamiera



Basta un impatto diretto sulla cabina abitativa o un ribaltamento per assistere al collasso dell'intera struttura allestita sul posteriore di un camper non furgonato. 
Due episodi avvenuti nell'estate 2014 devono far riflettere sulla debolezza delle strutture degli autocaravan: due incidenti avvenuti in autostrada  tra un autocaravan e un'automobile che ha visto la totale distruzione della cellula abitativa dei camper. Nell'incidente avvenuto in Svizzera nel luglio 2014 un giovane a bordo di una auto di grossa cilindrata perde il controllo  e va  contro un autocaravan, che sbandando sbatte contro un'altra vettura. I due occupanti dell'autocaravan sono usciti dal mezzo con leggere ferite nonostante la distruzione dell'abitacolo. 
Ad agosto in Emilia Romagna  è avvenuto un tamponamento fra due automobili e un autocaravan. L'impatto per il mezzo è stato devastante. L'unica parte riconoscibile dopo l'urto è la cabina (per fortuna) di guida mentre tutta la parte posteriore è stata distrutta. Fortunatamente anche in questo caso gli occupanti a bordo del caravan se la sono cavata con danni fisici di poco conto.


Le tecniche di costruzione della zona posteriore di mansardati, semi-integrali e motorhome si basano sull'utilizzo di materiali leggeri e isolanti. I pannelli sandwich sono la pelle dell'autocaravan: uno strato di materiale isolante (sovente polistirolo) è ricoperto all'esterno da un pannello di alluminio o vetroresina e all'interno di un materiale plastico, o nei modelli più costosi da un altro strato di alluminio. Ad assumere una funzione portante sono spesso dei montanti e traversi in legno, raramente i pannelli integrano un'intelaiatura metallica che a discapito di un maggior peso rende la zona posteriore più robusta. I motorhome, invece, non utilizzano la cabina abitacolo del furgone di origine ma solamente il pianale e la paratia parafiamma fra abitacolo e meccanica. Per garantire la sicurezza dell'abitacolo in caso di incidente quindi il costruttore deve realizzare una gabbia di sicurezza valida, con una monoscocca metallica.

Il grande problema della costruzione di autocaravan sicuri risiede nella mancanza delle normative di omologazione. La meccanica di origine, quindi il furgone utilizzato come base, deve essere sottoposto a crash test completi come richiesto dalle normative europee. Le zone posteriori dei camper non furgonati sono costruite puntando al comfort termico e all'impermeabilità, spesso tralasciando la robustezza in caso di incidente. Una mancanza potenzialmente ancor più grave sui motorhome, che hanno anche la struttura della cabina di guida realizzata ex-novo rispetto al furgone di base.  Nessun crash test dell'autocaravan o motorhome completo è richiesto per superare l'omologazione. Quindi le tecniche costruttive per evitare distacchi fra la zona posteriore e la cabina di guida, e l'integrità della zona abitativa in caso di incidente sono valutati in sede progettuale e costruttiva,a completa discrezione dell'allestitore.

Il principale problema dei semi integrali o mansardati guidabili con la patente B risiede nel peso, che deve essere contenuto per evitare il sovraccarico. L'appesantimento delle meccaniche è il principale nemico della costruzione di un autocaravan, per riuscire a trasportare 4 o 6 persone, bagagli, riserva di acqua e gas e altre attrezzature senza superare i 35 quintali previsti per chi ha la patente B. La soluzione? Bisogna risparmiare peso (e materiale importante a garantire sicurezza in caso di collisione) nella struttura della zona posteriore.