Giunge un momento nella vita in cui un allestitore deve affrontare la sfida estrema: la costruzione del camper
perfetto. E il momento è giunto ora: allestire da zero, meccanica compresa, la
copia moderna del mitico camperino su Volkswagen T1, il famigerato “Bully”. Le
specifiche richiedono l’assenza totale di qualsiasi tipo di colla o fissaggio
tramite viti, il tempo di lavorazione non deve superare l’arco di un weekend e
la zona di lavoro non deve sconfinare al di fuori del tavolo minimale della
sala, pena le ire della “padrona” di casa.
Per un impresa così titanica mi vedo
costretto a rivolgermi ad un operaio altamente specializzato e che non si
risparmia quando si prospettano questi tipi di lavorazione, l’importante è far
qualcosa di diverso dai soliti … compiti.
Eccoci dunque a studiare
attentamente il progetto e a sistemare tutto il materiale necessario
recapitatoci presso la nostra abitazione, guarda caso, il giorno di Natale da
un corriere vestito di rosso e con il furgone trainato da delle renne (cosa non
si fa per risparmiare un po’ sul carburante).
L’allestimento procede
alacremente il primo giorno.
Durante la seconda giornata,
però, inizio a perdere colpi, e vengo sostituito ogni tanto da bassa
manovalanza coniugale che, stante la sua inesperienza, viene più volte
redarguita dall’operaio specializzato con il rischio concreto di finire (l’operaio
ed io, che rido sotto i baffi) a letto senza cena.
Comunque l’opera procede e,
seppur in mancanza di un gommista vero e proprio, si avvicina il momento in cui
il nostro Bully potrà finalmente muovere i primi “passi” sui suoi piccoli pneumatici.
Finalmente si prospetta la fine
dell’erculea fatica con l’applicazione del tetto a soffietto, preparato in una
zona apposita del tavolo-officina, e che ha richiesto una buona dose di
pazienza da parte mia perché, è bene chiarire, le operazioni a rischio di danno
irreversibile nessun’altro le vuole fare così almeno se il danno vien fatto da
me possono mazzuolarmi per bene.
Ed ecco l’opera finita.
Non può ora mancare una piccola
disamina dei particolari di questo allestimento che, e bene ribadire, raggiunge
le più alte vette di perfezione ed è solamente e unicamente frutto della mia
inventiva (le altre mie doti sono la sincerità e la modestia).
Per iniziare possiamo osservare
la razionale semplicità del cruscotto che, non si sa il perché, al posto del
tachigrafo presenta quello che sembrerebbe un orologio con tanto di lancetta
dei secondi.
Interessante il doppio portellone
posteriore dal quale si intravede, in basso, il classico motore boxer con
cinghia ad … elastico.
Caratteristica identificativa del
“Bully” i vetri del parabrezza che si aprono per prendere, durante il viaggio,
aria e … moscerini.
Le viste laterali con le porte
aperte ci introducono alla zona abitativa.
Razionalità e semplicità regnano
sovrane. Da subito ci rendiamo conto che l’allestimento non può che esser stato
studiato da chi i camper li usa tutti i giorni.
I comodi portaoggetti sulle
portiere e il tavolo a sbalzo …
… il cucinino subito a destra
dell’entrata ben aerato dall’apertura delle porte …
… il mobilio capiente con i
cassetti e la specchiera sullo sportello del vano capi appesi …
… sino ai particolari che fanno
ambientazione come il grazioso quadretto sulla parete, altrimenti spoglia, del
blocco mobili e, udite – udite, la piantina sempreverde nell’angolino in fondo.
Non possiamo poi non parlare
della particolare ergonomia del tavolo, non tanto per il suo semplice sistema
ribaltabile, quanto per la caratteristica del bicchiere fisso. Non riuscirete
ad usarlo per bere (a meno che non vi sdraiate sul pavimento) ma almeno non
rischiate di rovesciarlo (a meno che non
abbattiate il tavolo con il bicchiere pieno).
Per finire spicca la semplicità
della trasformazione della dinette in letto con l’utilizzo del solo divanetto
posteriore e in tre mosse, anche se non mi sentirei di garantirne il confort
visto il materasso duro come un … mattoncino.
Mi
auguro che questa performance possa avervi convinti delle mie capacità di
allestitore. Se così non fosse potrete sempre rivolgervi al mio speciale
operaio specializzato che dopo questo weekend ha deciso di mettersi in proprio. Beata gioventù!