mercoledì 28 novembre 2012

AIUTATECI!!!


Questo è un appello ai lettori del blog perchè ci aiutino a informare tutto il mondo di  questa pandemia in rapida diffusione.

Pochissime persone sono a conoscenza di questa nuova malattia.
Diversi studi hanno evidenziato una forma di dipendenza da RAPTOR.
Le più rinomate università del nord Europa, dopo anni di studi approffonditi, hanno definito questa forma  di malattia:
RAPTOrASTIENENZA.(non credo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni)

La malattia presenta i seguenti sintomi:
- nervosismo latente
- intolleranza alla moglie/marito (costante)
- irritabilità
- insonnia
- incubi ricorrenti
- apatia
- costante ricerca di comprensione nei social network

Tutte le varie case farmaceutiche stanno profondendo enormi risorse umane ed economiche nella ricerca di un vaccino senza ottenere risultati confortanti, fino ad ora.
Un noto allestitore italiano, con sedi in tutta Europa,  ha recentemente riferito di essere stato contattato dalla più granade casa farmaceutica europea per collaborare al progetto di ricerca contro la RAPTOrASTINENZA 
(A chi lo conosce  lascio immaginare i risultati di tale collaborazione).

Mentre un altro rinomato allestitore si è attivato per produrre modellini in scala 1:10 dei suoi prodotti da utilizzare come lenitivo contro i sintomi di questa bruttissima malattia.
Da fonti certe ho saputo dell'esistenza di recenti contatti (primi di novembre) presso una succursale della più grande multinazionale di costruzioni a mattoncini per definire i dettagli sulla commercializzazione di un kit da 500 pezzi che, una volta costruito, rispecchia fedelmete il suo mezzo pluripremiato.

Nonostante queste lodevoli iniziative  l'unica cura in grado di eliminare i sintomi è: VIAGGIARE,VIAGGIARE, VIAGGIARE. ovviamente in raptor.

Qualche temerario ha provato  "la cura della barca!" (un po' come si fa con il metadone) ottenendo comunque risultati molto deludenti.....Difatti , probabilmente a breve, lo rivedremo  sfrecciare felice lungo le strade del Veneto e dell'Europa con il suo nuovo RAPTOR (unica cura possibile).
E' dimostrato che l'unica cura in grado di eliminare i sintomi è quella precedentemente descritta ripetuta ad intervalli il più possibile brevi.
Nei casi più gravi anche una sola settimana di mancato utilizzo porta alla comparsa dei sintomi in maniera marcata.

E' dimostrato comunque che il socializzare con altri malati (tramite il forum, blog, FB o di persona) aiuta a sopportare  i sintomi con maggiore consapevolezza.

Chiedo dunque a tutti i lettori di impegnarsi alla DIFFUSIONE DEL VERBO  così che siano sempre di più i  RAPTOrDIPENDENTI consapevoli e partecipi al nostro bellissimo gruppo.

Un saluto a tutti belli e brutti (a parte uno)





foto by MES ITALIA
foto by HELIX CAMPER



mercoledì 21 novembre 2012

Raptoriflessione di un raptoestremista

Mi piacerebbe un camper.
Perchè?
Ci sono tantissimi perchè.
Risparmi quando vai in vacanza (ma dove? se lo usi spesso spendi più di quello che spendevi prima)
Puoi partire quando vuoi (lavoro e impegni permettendo)
Non serve che programmi e prenoti tutto (vero solo in parte)
Puoi fermarti dove vuoi (se non ci sono divieti)
E allora quelli che hanno il camper sono tutti degli STUPIDI?
Direi di no, nel mio caso quello che mi ha fatto decidere di avere il camper è che.....si vive una sola volta.
Ho deciso quindi di pubblicare una mia riflessione in cui spero si riconosceranno anche altri.


Esistono persone che vivono la loro vita  altre che sopravvivono alla loro vita ....e quelle che  vogliono assaporare fino in fondo la propria vita.


Vi ricordate la storia della formica e della cicala? il mio IO  vuole essere formica però il mio ES vuole essere cicala.
Scoprire sempre nuovi luoghi, persone, confrontarmi con il viaggio  e culture diverse mi aiuta a sentirmi vivo dentro.
Mi rendo conto quando non uso il camper per qualche settimana che i miei sensi si appiattiscono, tutto mi sembra più grigio  come una foto sbiadita.
Attendere il fine settimana per poter sdraiarmi sul divano a guardare la partita non è la mia aspirazione più grande, come non lo è attendere le ferie per poter andare a "godermi" la vita in qualche villaggio turistico all-inclusive con cucina italiana ed escursioni programmate e rigidamente guidate.....
Il mio unico viaggio organizzato è stato in Cina (viaggio di nozze), da quel momento ho capito che non sono fatto per essere un cane al guinzaglio che segue fedelmente il dogsitter....
Passare i momenti liberi a programmare la prossima uscita (quindi studiarne itinerario, informazioni storico/culturali, punti di interesse per i vari componenti della topanga-family, tradizioni culinarie, momenti di gioco per i mostrilli) magari perdendo ore di sonno o cercando informazioni in ogni dove, QUESTO vuol dire essere camperista secondo me (anche se è molto più brava la signora topanga).

Credo quindi  di esssere un RAPTORESTREMISTA, nel senso di un camperista che riceve dal viaggio le stesse emozioni che un enofilo prova di fronte a un ottimo bicchiere di vino rosso intenso, forte e pieno di profumi ma che allo stesso tempo è artefice della propria felicità.

USEDOM

venerdì 9 novembre 2012

Anche noi Raptor




Eccoci qua, io, Giovanni( Nigio) e Silvia( LaLeo), felici possessori di un Raptor Roller Team Livingstone 2 Prestige battezzato da noi con il nomignolo di " Pollicino".
Romagnoli a tutti gli effetti, io di Cervia e Silvia di Faenza, e insieme da quasi otto anni, io camperista dal 2000 ma appassionato fin da ragazzino del campeggio.
Ho 49 anni  vivo insieme a Silvia a Cervia dove svolgo l'attività di autista di autogrù dalla bellezza di 29 anni.
Ho un figlio di 16 anni che si chiama Jacopo  e frequenta il secondo anno di liceo artistico a Ravenna, con la passione per le moto e ultimamente per gli aerei militari.
Silvia, 41enne è laureata in conservazione dei beni culturali e master in comunicazione, e si occupa di una rivista online sui metal detector ed è impiegata in una azienda che si occupa di questo settore.
Ovviamente ho trasmesso la mia passione per il Camper a Silvia sapendo che anche a  lei è sempre piaciuto  viaggiare in libertà,quindi pur non avendo mai visto un camper (bronto) dal vivo non è stato difficile per me  convincerla a questo tipo di passione.
Come scritto  sopra, ho concretizzato il mio sogno  nel 2000 noleggiando il primo bronto, un Duerre Start , insieme ad alcuni miei amici e sinceramente è stato un trauma, poi da solo  con un Rimor Super Brig 630, per poi decidermi a comprarne uno tutto mio, un Mc Louis 690 G. Grande emozione, tanti viaggi per poi cambiarlo nel 2003 con il primo Motorhome su Fiat ducato Rapido, il modello 930F, poi vivendo nel 2005 la separazione dalla mia compagna di allora, insieme a Silvia decidemmo di comprare un nuovo Bronto  Challenger Mageo163 per poi passare nel 2007 al Mageo 179.


Poi ovviamente i figli crescono diventano sempre piu autonomi e sinceramente il Bronto per me e Silvia cominciava ad essere troppo ingombrante e l'anno scorso, Silvia ebbe la brillante idea di vendere una delle due auto vetuste in nostro possesso, una vecchia Fiat Punto del 2000 con 220000km  e propormi di valutare un raptor....
La mia risposta fu: Un camper puroooo????
E che cavolo ma dove mi muovo io che sono alto un metro e 85 per 90 chil dentro a un camper puro???
Anche perchè ho sempre snobbato la categoria anche se esteticamente da lontano mi sono sempre piaciuti, ma mai visti dentro.
Cominciando a visitare i vari concessionari della zona Ravenna bologna e cercando di fare tutte la prove fondamentali, a volte anche imbarazzanti agli occhi dei venditori, a cominciare dall'entrare in bagno per poi stendermi sul letto per finire seduto in zona giorno, mi convinsi non totalmente che il Raptor poteva essere una valida risposta a quello che volevamo noi due.
Ed eccoci qua dopo un anno Pollicino è risultata una scelta stupenda e ogni nostra uscita è sempre piu emozionante e i piccoli dubbi che avevo al momento dell'acquisto, sono svaniti  e la duttilità è veramente ampia.



Alla fine della fiera, eccoci qua soddisfatti del nostro Raptor e soprattutto contenti di aver raccontato la nostra storia itinerente....




Cavolo dimenticavo un altro elemento importante di questa famiglia, Willy il nostro cane che inseparabile ci segue sempre nei nostri viaggi....

Giovanni
Silvia
Jacopo
Willy

I "MIEI" CAMPER PURI









Uno schermo illuminato, una tastiera, una tavoletta elettronica e la pianta del furgone nei minimi dettagli. Se immaginate così la scrivania di un progettista di camper probabilmente non sbagliate. Ma se immaginate la “mia” scrivania non potete essere più lontani dalla realtà.
Le mie creazioni nascono… in camper. Proprio così. Nelle serate invernali, al caldo tepore del piccolo bozzolo, mentre la mia famiglia dorme il sonno dei giusti ed io tiro tardi con le letture, o in quelle calde, estive, con i grilli o le cicale che si fanno sentire dal portellone aperto, la mente si distrae e incomincia a vagare da un mobile all’altro. Nella mente si formano le dimensioni, centimetro dopo centimetro, sportello dopo sportello. La pompa laggiù, il boiler qua, il frigorifero là  sotto…
La mente diventa un foglio bianco, le immagini del mio mezzo trasmutano e si modificano, lo spazio sfruttabile si restringe o si dilata; chiudo gli occhi e visualizzo la tridimensionalità. Una sera, due, tre e l’idea diventa una sfida, la sfida un foglio vero, carta,  penna e un righello. Nasce un primo disegno, una pianta abbozzata, un seme gettato che inizia a crescere. Poi le piante si moltiplicano, sparse su un tavolo e di nuovo la mente scorre sui fogli, gli occhi nuovamente si chiudono e il corpo si posa leggero tra quelle linee. Prova a girarsi, ad aprire gli sportelli, ad entrare in bagno, a cucinare, ad incrociare un’altra anima immaginaria nel corridoio. Si passa? Ci si muove?  E poi, disposti su un lungo piano immaginario, gli oggetti di uso comune, quelli estivi o quelli invernali, un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto. Alla fine i fogli finiscono la loro storia nel cestino fino a quando non ne rimane che uno. E’ il momento della decisione. Comprare la meccanica è il passo definitivo, senza ritorno, senza ripensamenti, il vero inizio, la prova del nove.
Ma non pensiate che sia tutto deciso. Il tempo di attesa passa lento come lo sguardo sul foglio di carta, lasciato apposta in bella vista, finto abbandonato che ti stuzzica ogni volta che ti avvicini, ogni volta che con la matita provi a spostare una linea, ogni volta che la linea torna al suo posto perché quello “è” il suo posto, provato e riprovato, studiato, definitivo.
Quando arriva, il guscio vuoto ti guarda con cattiveria, ti insinua il dubbio che quello che hai sognato, disegnato, non può che essere sbagliato: lì dentro tutte quelle linee non ci stanno, non possono starci!
Ma anche questa volta, dopo il primo tiepido approccio, tutto inizia a incastrarsi, come in un gigantesco puzzle: difficile, all’apparenza irrisolvibile, ma, una mossa dopo l’altra sempre più definito, chiaro, addirittura ovvio. Sempre la mente, una parete dopo l’altra, un pensile, un piccolo vano, un tubo dell’acqua, sempre lei che immagina come può venire, finito un mobiletto, quell’altro e quello dopo ancora.
La sfida più grande fino ad ora? Il Vars su Trafic passo corto. Mi ci sono voluti due anni di uscite in camper per farci stare tutto. Due sedili full time, la cucina, il mobile capi appesi, il frigorifero, wc e lavandino bagno, boiler a gas, vano bombole e serbatoio acqua potabile, due letti più un altro a scomparsa, tutto in due metri e quaranta, quasi non ci stanno le parole.
Questo è il mio modo di progettare, con la mente e anche con il cuore, per vendere e guadagnare certo, non si vive di sola soddisfazione, ma anche per il piacere della sfida, per lo sguardo scintillante di chi entra nel capannone per ritirare il suo mezzo nuovo, per le telefonate emozionate dopo la prima uscita, per i rapporti umani che, a volte, si creano con i clienti che diventano amici.
Qualcuno mi dice che i miei mezzi sono belli ma sanno poco di… industriale. Ha ragione. Oggi servono le luci a led che illuminano le pareti, le finiture d’alluminio, le centraline touch screen, i televisori a scomparsa dietro i mobili,; così si vendono i prodotti e, a volte, solo a volte per carità, si distraggono i clienti, principalmente i neofiti, dalla sostanza, da quello che serve veramente per godersi il mezzo sempre e comunque. Io non riesco ad uniformarmi. Ogni mezzo nasce come se dovessi usarlo io e, forse, in quelle serate passate a vagare con la mente li ho veramente usati tutti i “miei” camper puri.

Mario Zaro - Helix Camper

giovedì 8 novembre 2012

La Bonetto Family


Sicuramente più bravo a fotografare che a scrivere provo a presentarci…

Canyon del Verdon (Francia)


Da sempre appassionati di fotografia e viaggi, alla nascita della nostra cucciolotta abbiamo deciso di limitare i nostri spostamenti per trascorrere vacanze più tranquille.
Con Alice ormai grandina il “Richiamo della foresta” diventò irrefrenabile, specialmente per me.

Riprendiamo a viaggiare nel 2007 e dopo 2 anni di vacanze itineranti (Spagna del nord, Normandia) macinando in media 4-5.000 Km con il nostro fido Doblò, ma il costo sempre più alto degli alberghi, ci fa fare un pensierino sul possibile utilizzo di un camper.
Daniela, l’emisfero razionale della Famiglia non sembrava contrariata, anzi appariva sollevata dal compito di cercare e soprattutto trovare sistemazione per la notte (economica e pulita) nei nostri continui spostamenti.
A me solleticava l’idea di poter essere sul campo con la “Luce giusta” per i miei reportage fotografici senza dover tornare al punto di partenza per la notte sul “Momento” più bello.
Una cosa mi frenava….erano le dimensioni del mezzo (in seconda posizione il costo).
Con il Doblò non avevamo mai avuto problemi su qualsiasi stradina percorsa anche se sconosciuta compresi gli errori del navigatore.
Decidiamo un'escursione presso i concessionari della zona, ma portavamo a casa sempre il solito consiglio “Per una famiglia di 3 persone assolutamente un mansardato, venite a vedere questo usato di "Solo" 7 metri di lunghezza, una vera occasione….”

Provavo a sedermi al posto di guida, mi voltavo indietro (l'istinto della retromarcia) e vedevo questo simil appartamento e il solo pensiero di dover viaggiare percorrendo le stradine fuori dalle “Rotte classiche” a noi care mi faceva rabbrividire.

Passano così altri 2 anni (Bretagna e Costa Atlantica francese) altri 9.000 Km. di “Giri in giro”.
Un giorno, navigando sul web vedo le foto di un furgone allestito a camper e qui l’illuminazione.
E’ più grande del Doblò, ma a prima vista non sembra “Farmi paura”.
Altri giri nei concessionari dove tutti ci sconsigliano l’acquisto di un lamierato forse perché non ne avevano in vendita.

A settembre 2010 amici camperisti ci propongono un salto al Salone di Parma.
Ci riempiamo gli occhi di VR fantasmagorici, dinette per 8 persone (cos’è la dinette mi chiede Alice). Bagno più grande del nostro di casa, doccia cilindrica trasparente in zona notte con cromoterapia (trasparente…interessante!!).
Passiamo ai furgonati, a parte il prezzo (accidenti costano di più di un mansardato) la convivenza a 3 ci sembrava “Strettina” almeno nei modelli visionati con il lettone posteriore e Alice “E io dove dormo??”

Passano così altri mesi, ma un giorno sul sito di un concessionario che tratta prevalentemente furgonati notiamo un mezzo usato che poteva fare al caso nostro: Lunghezza 5,5 metri, larghezza poco più di un auto con dinette completa (vuol dire posto per le fotocamere per averle sempre pronte) letto basculante e dinette trasformabile velocemente in un secondo letto.
Spazio giorno superiore ai furgonati con lettone posteriore, di contro poco spazio di stivaggio.
L'abbiamo preso così d'istinto e devo dire che dopo 2 anni e quasi 20.000 Km. percorsi non abbiamo ancora sentito la necessità di averne di più.

Abbiamo comunque dovuto imparare a convivere in 3 in questo spazio ridotto a volte con un pizzico d’invidia per i nostri compagni (ci hanno insegnato tantissimo) di viaggio su semintegrale da 7 metri, ma devo dire che la versatilità del Raptor è fantastica e ad oggi non siamo ancora pentiti della nostra scelta.

Toscana (Italy)
                                             

  Alvernia (France)
                                              
 
Buoni Km. a tutti.

La Bonetto Family (Dario, Daniela e Alice) su Petit (Adria Space)

Normoraptortipo





In questo post tenterò di descrivere il profilo del classico possessore di raptor denominato LAMIEROTIPO.
Il lamierotipo è una specie in continua evoluzione,diffusione e crescita. E' principalmente diffuso nel centro e nord Europa ma comincia a prendere piede anche al sud.
E' un bipede  razionale, ed  è tranquillo fino a quando riesce a controllare le cose che gli stanno intorno. Di solito è attento ai consumi ( gasolio,  acqua,  elettricità, ecc) e odia gli sprechi, ma ci sono dei brontoderivati ancora in fase evolutiva non ancora pienamete trasformati.
Le altre razze (BRONTOSAURI) definiscono il lamierotipo un "*******" per la sua oculatezza nei comportamenti e consumi durante i viaggi.

In principio erano solo coppie,  raramente  accompagnati dalla prole (al massimo qualche pelosone).
Attualmente l'evoluzione della specie comprende  anche famiglie  di 5 persone, cosa impensabile fino a poco tempo fà (evitiamo i soliti commenti  in merito al CAPITANO della nave).
Spesso il lamierotipo utilizza il suo mezzo come seconda macchina, per non smentire la sua proverbiale attitudine a razionalizzare e non vuole cambiarlo  solo per apparire, anche se è sempre ben informato sulle evoluzioni del mercato.
Abitudine molto diffusa tra i lamierotipi è battezzare il proprio mezzo con nomi che hanno un significato sconosciuto ai più.
Anche nel mondo dei lamierotipi del sud Europa stanno prendendo piede i LAMIEROPSEUDOSPORTIVI. Una particolare variante della razza che attrezza il proprio raptor come una macchina da F1 (riferimenti a cose o persone sono puramente casuali). Questa sottospecie (intesa come variante in minoranza della specie) impiega il proprio tempo nell'abbindare  il proprio mezzo con minigonne (non quelle che pensate voi), cerchi in lega e assetti variabili durante tutto il tempo dell'anno e non solo nel peiodo degli amori.
Mettiamo alcune foto di lamierotipi scattate nel loro ambiente naturale che evidenziano in maniera inequivocabile l'eleganza e il portamento di questa bellissima e regale razza.



KIRK
ENTERPRISE: Possl Roadcruiser del 2011
FABIO E ANNA
PIACENZA


TOPANGA E LA VERA TOPANGA
RAPTY: KNAUS BOXSTAR SOLUTION  2012
MAURO, DEBORAH, JURIJ e ZOE
PADOVA



DARIO BONETTO
 PETIT:  ADRIA SPACE
DARIO, DANIELA E ALICE
TORINO

GATTUATI
DODO: GLOBECAR CAMPSCOUT 2011
PAOLA E GABRIELLA
MILANO



LUVAL 
***** , ADRIA  TWIN 2008
LUCA, SIMONA, CHIARA E MARCO
MONZA E BRIANZA 

PAOLO E PAOLA
LUI: ADRIA TWIN 2008
PAOLA E PAOLO
BRESCIA
CUSTODE
MES
*****:PROTOTIPO MES ITALIA
STEFANO, STEFANIA, MATTEO, SILVIA E EMMA
VICENZA





VIDEODUE  Amm. Gruppo Fb
FRANCO E FRANCESCA KNAUS BOXSTAR STEET 600 2008 
NAPOLI



NIGIO
POLLICINO : ROLLER TEAM LIVINGSTONE 2 PRESTIGE 2011
NIGIO ( GIOVANNI )  SILVIA ( LALEO)
CERVIA ( RA )




LUCKY JOINT
JOINT AVVENTURA DUCATO 2.3
LUCIANO e STEFANIA
VENEZIA



Massimo Pedron Family
...... Adriavan 2004
..........................................
TREVISO


NEMESIS
........................HELIX MASTER 2.5 (?)
MARIO & FAMILY
TORINO

mercoledì 7 novembre 2012

Ci presentiamo ... Paola e Paolo più Lui .


Questi siamo noi , veniamo da vacanze di vario genere , tra cui moto/vacanza  e auto/vacanza .

Normandia 2006
Addirittura 2004 sfruttando il furgone da lavoro , caricato di letto piu' cassettiera + tavole da surf e tutto il resto, senza dimenticare l'indimenticabile Honda Dominator .. ci fermiamo 15 giorni in un area di sosta quasi come fossimo un camper ..
La somma di tutte queste vacanze in liberta' ci ha portati a cercare un mezzo che rispecchiasse tutte queste esperienze , da li , la ricerca di un Raptor . 
All'inizio non e' stato facile , in quanto nel 2006 non c'erano gran possibilita' di scelte , poche marche , anche in fiera , si contavano in una mano ; escludendo gli allestitori artigianali che erano fuori budget . Tralasciamo l'usato che circolava al tempo , economico con piu' di vent'anni su motorizzazioni  improponibili .. l'usato di qualche anno , quasi al prezzo del nuovo .. Da qua la decisione di un Nuovo .
Concessionari che a catalogo avevano i furgonati , ma quando chiedevi informazioni sconsigliavano l'acquisto e ti mostravano altre tipologie , solo per sopperire al fatto di non avere il mezzo in esposizione  . Un concessionario mi consiglio' di cercare dell'usato ma non in lombardia in quanto come tipologia non aveva mercato da noi , ma dirigermi nel Torinese , maaaa .. questo e' gia' due anni che ha chiuso i battenti , si capisce anche il perche' . 
Alla fine  Lui  ADRIA TWIN del 2008 su Ducato 2.3 ( 120 CV ) colore grigio con disposizione classica ( matrimoniale posteriore ) ; omologato per 4 persone viaggio e 2 + 1 per la notte .Con il + 1 si intende avere di serie un posto letto trasformabile  dalla dinette ( abbassando il tavolo e sistemando i cuscini ) ma di lunghezze ridotte , solo per bambini .
Lui di freddo metallo , e non solo , ci scalda il cuore con le tante avventure passate ma anche con quelle che ci fara' passare ( sulla fiducia ).


Lui







martedì 6 novembre 2012

PRONTI PER L'INVERNO? (Parte seconda)




Spostiamoci adesso alla parte abitativa passando per i vetri della cabina che meriterebbero una bella pulizia interna prima dell’inizio stagione, un po’ per non ritrovarseli ripetutamente segnati dalle ventose dei termici, un po’ perché il buio arriva prima e i fari altrui diventano più fastidiosi se il vetro e zozzo. Inoltre la condensa si asciuga meglio e non forma sgradevoli arabeschi d’unto. L’abitudine andrebbe reiterata dopo ogni uscita.

Il cuore pulsante di un Raptor è, d’inverno, il riscaldamento. Se si ferma sei morto (di freddo). Prevedere una pulizia interna della stufa annuale se è una Truma radiante (3002 o affini) da fare prima dell’inverno e non alla fine dello stesso. Una revisione ogni due anni se si tratta di un Webasto (o similari) salvo lo si usi poco d’inverno allora è sufficiente ogni quattro. Per la Truma Combi, non montandola sui nostri allestimenti non ho idea di quali siano le prescrizioni, meglio rivolgersi a un centro specializzato e porre a loro la domanda.
Per tutte, comunque, non deve mancare, prima dell’inizio stagione, la pulizia della ventola. Se non l’avete mai fatta vi potreste stupire della quantità di polvere che si affeziona alle palette del ventilatore diminuendone sensibilmente la portata fino ad azzerarla. Nella Truma radiante si accede al ventilatore smontando la carenatura. NON soffiate sulla ventola ma usate un aspirapolvere altrimenti tutto ciò che togliete ve lo ritrovate nell’abitacolo alla prima accensione per la felicità degli acari.
Nel Webasto (et similari) bisogna togliere il carterino dal lato dell’aspirazione e vi troverete davanti la ventola. Purtroppo, però, potrebbe non essere sufficiente, perché tra i carter della parte centrale c’è ancora una “collana” di metallo che ha proprio la funzione di catturare i batuffoli di polvere più grandi ma per pulirla (se inserita troppo in profondità) potrebbe essere necessario smontare l’intera caldaia dai tubi e dal supporto. Niente di difficile se l’apparecchio è montato in un posto accessibile altrimenti…fate i complimenti al progettista e buon divertimento.
Nella Combi bisogna smontare la “chiocciola” contenente la girante per “criceti” (ventilatore radiale) e procedere con pennello e pistola dell’aria.
Tornando al Webasto (o similari) il combustibile per l’alimentazione ha decisamente la sua importanza. La casa costruttrice consiglia vivamente di non usare additivi “fai da te” (benzina o botticini di prodotti vari) poiché potrebbero incrostare i sensori interni alla caldaia. Bisogna obbligatoriamente rifornirsi di gasolio invernale che regge fino a – 14 (dipende però dalle marche) o di artico che è adatto per temperature fino a - 25 e oltre (si trova solo nelle zone montane). Gestire quindi i rifornimenti è fondamentale. ( AGGIORNAMENTO 2014 )  La casa, in riferimento alle sue recenti versioni, 200ST e 3900 EVO, ammette l'utilizzo degli additivi senza piu' alcun problema.L'importante,aggiungo io, e' che siano specifici e non fai da te .
Si può anche procedere all’isolamento della pompetta di alimentazione che, essendo di ferro, diventa un punto critico (se montata all’esterno). È sufficiente dell’isolante per tubi idraulici tagliato per lungo e avvolto attorno alla pompa con delle normali fascette elettriche per fissarlo. Non serve a molto ma aiuta.
Per le bombole del gas non ci sono problemi poiché oramai sono tutte montate all’interno e quindi beneficiano del calore indotto del riscaldamento. Si può, eventualmente, optare per quelle caricate a propano (quelle normali sono una miscela tra propano e butano e il gas gela già a – 5°) poiché resistono meglio al freddo ( si dice fino a – 35° ma sporcano di più le apparecchiature e hanno un rendimento leggermente inferiore). Chi avesse ancora il bombolone e che, quindi, rischia maggiormente gli effetti del freddo può dotarsi di una piccola resistenza con consumo elettrico minimo da applicare all’uscita del riduttore di pressione e cioè nel punto dove il gas gela. Inutile, anzi controproducente, isolare il riduttore stesso poiché si riduce il freddo esterno ma si tiene all’interno dell’isolante quello prodotto dalla riduzione di pressione che è molto elevato.
Passando all’impianto dell’acqua cominciamo dicendo che non sarebbe male provvedere a una pulizia del serbatoio di scarico poiché la sporcizia accumulata nel tempo può favorire il congelamento ad esempio nella valvola di scarico. Stessa cosa per gli eventuali sifoni degli scarichi interni se posizionati in vani non riscaldati.
Procedere poi con il trattamento all’olio di vaselina per le guarnizioni delle valvole di scarico e per quella della cassetta del WC. Un’altra cosa da controllare, stendendosi sotto il mezzo, e che i tubi che portano le acque di scarico al serbatoio non abbiano, nel tempo, ceduto leggermente formando dei possibili punti di ristagno. In tal caso riportarli all’altezza giusta aiutandosi magari con bacchette rigide fascettate (con fascette da elettricista) al tubo stesso.
Durante l’utilizzo del mezzo, se avete notato dei punti all’interno in cui i tubi passano dove la temperatura risulta particolarmente bassa, potrebbe essere utile, di notte, lasciare leggermente aperto lo sportello del mobile incriminato oppure, con un po’ più di manualità, montare una griglia per la circolazione dell’aria. Se siete pignoli potete anche ridurre la pressione nell’impianto aprendo i rubinetti dei lavandini e la valvola del WC con la pompa spenta fino a quando non esce più acqua. Ricordatevi di richiuderli al mattino però (dopo aver debitamente riportato l’impianto in pressione pena sputacchi d’acqua in faccia e sui fornelli).
Se, quando non lo usate, avete il mezzo parcheggiato all’aperto non è necessario che vi dica di svuotare l’impianto completamente. In tal caso per preservare le cartucce dei miscelatori a volte non basta scaricare semplicemente l’acqua con i rubinetti aperti ma potrebbe essere utile soffiare dentro il rubinetto se non con un po’ d’aria compressa almeno con la bocca.
Lo stesso trattamento che avete riservato alle guarnizioni delle porte fatelo anche a quelle delle finestre e mentre ci siete date un occhiata alle sigillature di oblò e pertugi vari sul tetto (la neve e il ghiaccio sul tetto provocano notevoli ristagni). In caso di necessità una ripassata con sigillanti appositi (NON SILICONE!!!) non fa male.
Un’attenzione particolare va dedicata alla batteria servizi. Il consiglio di cambiarla preventivamente dopo quattro anni vale anche per lei. Ricordate comunque che prima di ogni partenza va ricaricata bene. Non è sufficiente, dopo averla usata per un weekend, fare un paio d’ore di viaggio (per ricaricarla completamente possono essere necessarie dalle 5 alle 10 ore). Sembrerà carica ma non lo sarà (a meno che non si utilizzino apparecchi potenziatori di carica) e la volta dopo le ore di autonomia saranno inferiori. Di volta in volta la sua efficienza diminuirà drasticamente. Non contate molto neanche sul pannello solare perché d’inverno il suo rendimento è molto basso. L’ideale è allacciare il mezzo alla 220 per almeno 24 ore, partirete carichi e la batteria vi durerà di più.

Per finire alcuni consigli per combattere meglio il freddo.
Utilizzate le protezioni parzializzatrici delle griglie del frigo (per chi ha il trivalente).
Fatevi, in casa, dei salsicciotti imbottiti da posizionare alla base del portellone scorrevole come si usavano una volta per i serramenti.
Per chi non ha problemi con i tappeti sono un ottimo aiuto. I pavimenti dei furgonati sono raramente isolati e anche se lo sono è una delle parti del mezzo che trasmette più il freddo.
Se avete del metallo scoperto provate a rivestirlo con dei pezzi di stoffa, anche volanti. Il metallo funziona come un termosifone del freddo oltre a ricoprirsi di condensa.
Un aiuto può venire dal posizionare un pezzo di isolante tra le finestre e l’oscurante scorrevole quando lo si chiude per la notte. Ne vendono già addirittura fatti di misura per le finestre Seitz.
Provvedete a comperarvi un tappetino di materiale adatto da mettere sul piatto doccia. La plastica al freddo diventa più rigida e un peso troppo concentrato può, alla lunga, favorirne la rottura con la formazione di crepe. Usare il classico graticcio di plastica o legno serve a poco poiché i piatti doccia hanno normalmente delle doghe dove l’ammenicolo si va ad appoggiare aumentando la pressione su spigoli vari. In commercio, nei fai da te, esistono dei tappetini spessi di materiale sintetico traforato che funzionano meglio.
Un ultima cosa: evitate di sigillarvi all’interno. Bisogna mantenere un ricircolo dell’aria dal basso verso l’alto. Quindi, lasciate aperta una presa d’aria in basso che dovrebbe essere presente per legge (altrimenti può essere sufficiente quella delle porte anteriori, ma sul Master ad esempio non c’è) e socchiudete un oblò (anche se hanno la ventilazione permanente). Il clima all’interno sarà decisamente migliore con una differenza impercettibile nel riscaldamento.
Non pretendo di essere stato esaustivo e sicuramente ognuno di voi potrebbe aggiungere qualcosa o contestare qualcos’altro ma mi auguro che possa essere stato utile.
Buon inverno a tutti.