martedì 17 febbraio 2015

Frigo a compressore o trivalente?

Copio incollo un intervento di Mario Zaro (Nemesis) titolare della Helix in merito alle differenze tra frigo a compressore o trivalente.

Compressore o trivalente: l’eterna lotta. Ecco alcune considerazioni.
Come è stato detto innanzitutto il frigo a compressore costa meno rispetto a un trivalente, e non solo come apparecchiatura in se ma anche come installazione. Inoltre la sua modalità di funzionamento consente di giostrare meglio l’allestimento non dovendo sottostare ad alcune specifiche imprescindibili del frigo a gas.
Dalla sua il frigo a gas ha sicuramente l’autonomia (anche se pur sempre limitata, ma in modo minore , dalle bombole).
Per contro il trivalente richiede, quando non si è collegati a una fonte di alimentazione a 220, l’avere una fiamma sempre accesa e quindi un rubinetto del gas sempre aperto, il minor rendimento ad alte temperature esterne che, con il passare del tempo e la vetustà dell’apparecchiatura, si accentua, la maggiore complessità di funzionamento (nel caso dei frigo con selezione di alimentazione manuale bisogna intervenire sull’apposito selettore, e comunque anche in quelli automatici dove maggiore è l’elettronica), la dipendenza appunto dalle bombole con costi maggiori di ricarica delle stesse rispetto all’alimentazione esclusivamente a 12v dei compressore, una maggiore manutenzione che si “dovrebbe” fare per pulire il gruppo posteriore sia nella serpentina/scambiatore di calore sia per quanto riguarda il bruciatore vero e proprio e infine il maggiore tempo di raffreddamento da quando lo si accende a quando lo stesso raggiunge la temperatura ideale.
Il frigo a compressore è avvantaggiato, rispetto al trivalente, in tutti i punti sopra elencati ma dal canto suo patisce un consumo di corrente che limita le soste a seconda dell’impianto di alimentazione elettrica di bordo (doppia batteria servizio, pannello solare, etc) e se non ben installato, con la dovuta aereazione o quando la temperatura esterna è molto elevata, può arrivare a dei consumi elettrici veramente notevoli se non addirittura a non raffreddare più o a provocare il blocco della sicurezza termica del compressore. Queste ultime problematiche comunque, come per il trivalente possono essere evitate con l’applicazione di una ventolina di estrazione supplementare che tutti i compressori comunque prevedono con appositi contatti che la alimentano e la fanno funzionare in concomitanza con il compressore.
Bisogna aggiungere inoltre una pur sempre minima rumorosità data dal ronzio del compressore e della ventola di raffreddamento di serie. Qualcuno potrebbe non sopportarlo di notte, anche se decisamente inferiore rispetto hai vecchi compressori (così come il consumo elettrico).
Personalmente e indipendentemente dalla mia politica di allestimento io preferisco il frigo a compressore. Questo perché l’uso che faccio del mezzo è prevalentemente itinerante e non mi porta mai a delle soste in completa autonomia per più di tre o quattro giorni. Per poter fare questo però ho un impianto con doppia batteria servizi e pannello solare (che, ricordo, d’estate e a piena insolazione ha un efficienza ben differente rispetto all’uso invernale dove a poco serve, e d’estate, se si vuole l’ombra sul proprio mezzo l’apporto elettrico si riduce comunque in modo drastico) che mi consente soste, d’estate appunto, anche di cinque o sei giorni mentre d’inverno a temperature accettabili di quattro come sopra detto. Inoltre con il riscaldamento a gasolio e solo il boiler e il fornello a gas il mio consumo di gas si riduce ad una bombola da 5 kg ogni 6 mesi con un uso costante del mezzo. Inoltre di notte posso chiudere tranquillamente la bombola del gas anche in sosta libera. Certo, per mantenere efficienti e sempre cariche le batteria bisogna dedicarci un po’ di attenzione e avere la possibilità di attaccare magari alla corrente il mezzo per 24 ore prima di partire.
Per quanto riguarda i pesi direi che più o meno si equivalgono. Il frigo trivalente pesa un po’ di più e sommandolo alle bombole più grandi si va a coprire il peso della seconda batteria contando che magari poi il pannello solare lo si mette comunque in ambedue le soluzioni.
Per finire inoltre io detesto l’idea di avere una fiamma sempre accesa (in sosta libera) con i, pur remotissimi, pericoli di incendio e di gas da combustione.
Il trivalente rimane insostituibile in alcune situazioni, come ad esempio le soste libere prolungate, o le vacanze senza appoggiarsi in strutture ricettive, dove gli spostamenti sono brevi e non danno al motore il tempo di ricaricare adeguatamente le batterie.
Insomma, come al solito, non c’è una formula assoluta ma direi…ad ognuno il suo, a seconda dell’uso che se ne fa.


Mario Zaro - Allestitore e furgonista convinto.

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