mercoledì 17 ottobre 2012

E le batterie ???






Visto che spontaneamente mi e' chiesto un parere sulle batterie AGM mi permetto di proporvi la mia esperienza (maturata personalmente sul mio mezzo e successivamente confermata sui mezzi allestiti poichè noi le montiamo da 8 anni).

Trovo che finalmente con le AGM si sia risolto in modo molto efficace il problema delle batterie servizi dei mezzi ricreazionali (e a quanto ne sò anche nautici visto che sono nate per quelli).

Detto questo a mio parere (che sia ben chiaro non è legge) bisognerebbe tenere in considerazione alcuni punti che, per non farla lunga, elencherò a puntate.

1° La batteria AGM

Ha molti vantaggi (bassa autoscarica, costanza di erogazione con capacità di sfruttamento completo del 90% degli Ampere disponibili, costanza di tensione pressochè fino alla scarica completa,possibilità di montaggio coricata - rovesciata e, non ultimo, zero emissione di vapori acidi)) ma ha anche un punto debole: necessità di una carica a voltaggio abbastanza elevato (14.2-14.5 volt) pena la solfatazione delle piastre. Per cui la prima cosa da verificare è l'assoluta correttezza del dimensionamento dell'impianto. In pratica, in base alla potenza presunta, i cavi vanno dimensionati in modo corretto. La sezione non deve essere troppo grande perchè oppone resistenza ne troppo piccola perchè scaldandosi...oppone resistenza. Ciò, nel caso della carica della batteria, provoca un decadimento della qualità della carica con conseguente solfatazione delle piastre che quindi assorbono e rilasciano molti meno Ampere totali di quanti siano quelli dichiarati di capacità.

2° puntata della serie "AGM che passione".

TRASFORMATORE-CARICABATTERIA.


Dell'alternatore ho già parlato e ho detto ,tra l'altro, che nel 90 % dei casi non è in grado di coccolarsi una batteria in AGM a causa della tensione troppo bassa per le specifiche della batteria.

Il trasformatore può presentare lo stesso problema.
Parliamo in questa sede di trasformatori elettronici che risultano più "intelligenti" nella fase di ricarica e mantenimento della batteria.

Bisogna inanzitutto sapere che una batteria Agm richiede una curva di ricarica diversa da quella di una batteria normale e in seguito bisogna aggiungere che anche in questo caso il trasformatore deve erogare una corrente di 14.5 volt contro i 13.8 di un caricabatteria standard.
Questo si ottiene con l'utilizzo di un caricabatteria specifico o, come nel mio caso, di uno con apposito selettore per il tipo di batteria installato.
Mi pare poi, e magari qui Luca ne sa più di me, che esistano dei trasformatori talmente intelligenti che riconoscono da soli la batteria.
Comunque sia, se la batteria in Agm è di primo impianto è auspicabile che il costruttore abbia installato un caricabatteria adeguato. La scelta dell'amperaggio di quest'ultimo invece serve solo a caricare con tempi diversi e non incide sul mantenimento della batteria.
Se il mezzo posseduto è invece uscito con batteria normale è probabile che sia del tipo standard. Prima di montare un' AGM si può verificare se è presente un selettore esterno o interno sulla scheda che consenta la scelta.
In caso non ci sia la possibilità di adattarlo al nuovo tipo di batteria ci si deve rassegnare alla solfatazione (più avanti vedremo come ovviare a questo problema).
Nel caso sia specifico o si possa predisporre per AGM evita la solfatazione e contribuisce a farla recedere nel caso si formi a causa della bassa carica dell'alternatore. Basta lasciarlo attaccato 48-72 ore alla 220v almeno una volta al mese.
Sbagliato invece tenere per lunghi periodi il 220 collegato anche se il caricabatteria è elettronico. Lo si può fare solo se si stanno usando le utenze di bordo come ad esempio una lunga permanenza in campeggio


3° puntata dalla serie "Il mistero delle AGM, molti pareri - poche certezze"

PANNELLO SOLARE

Indipendentemente dal tipo di pannello, tutti sono in grado di produrre tensioni sufficienti per l'utilizzo delle AGM. Quello che conta è il regolatore di tensione per il quale vale lo stesso discorso del caricabatteria. Che curva di ricarica usiamo?. Nei regolatori senza selettore del tipo di batteria il problema non si pone. In quelli con il selettore io imposto la posizione Gel seguendo le convinzioni precedentemente esposte (e qui valgono i pareri di ognuno come prima).
Ovviamente ciò che permette la ricarica efficace è il sole quindi bisogna valutare quanto il mezzo rimane esposto. Non bastano quelle tre o quattro uscite all'anno per eliminare la solfatazione dalle batterie se poi il mezzo, per il resto del tempo, è parcheggiato al chiuso o all'ombra. In questo caso il pannello svolge egregiamente la funzione di ricarica quando si è in giro ma non mantiene l'efficienza della batteria perchè il processo di desolfatazione và mantenuto costante nel tempo (se non si impedisce a priori la sua formazione come spiegherò in un'altra puntata).
Nel caso dei miei clienti non conto sul lavoro di desolfatazione del pannello perchè la maggior parte ha la possibilità di parcheggiare il mezzo al chiuso o al coperto, sia perchè la mia produzione è quasi esclusivamente indirizzata sui mezzi da 5.50 in giù sia perchè, visto quanto li faccio pagare, non si sognano proprio di parcheggiarli in strada

4° puntata (Dalla serie Batterie AGM - Quando rischia di scapparci il morto)

Avrete capito che per me il difetto maggiore delle batterie AGM è la predisposizione alla solfatazione delle piastre, che avviene in tutti i tipi di batterie ad acido ma con le AGM non trattate a dovere si manifesta più facilmente. Poi c'è chi sostiene che la solfatazione è uguale per tutte ma, se in una batteria normale pesa meno sul portafoglio, combatterla per quelle in AGM diventa molto importante per chi ha deciso che le caratteristiche di quest'ultima sono da preferire.

I metodi che uso sono due:
prevenirla (e ne parlerò in un'altra puntata)
e curarla.

Curarla vuol dire riuscire a sciogliere i cristalli di zolfo dopo che si sono formati.
Quando ho iniziato a montare le AGM (ho provato 4 marche, quelle allora disponibili sul mercato e una 5° in seguito) ho visto che, se ero fortunato, la batteria crollava dopo due anni (alcune dopo sei mesi!). Allora non sapevo che esistevano dei caricabatterie da banco in grado di recuperarle e quindi, le ho buttate e sono ripartito da capo.
Poi ho scoperto il SOLVER (e qui mi cadranno addosso tuoni e fulmini!).
Il solver è un apperecchietto automatico da collegare ai poli della batteria che (a detta dei costruttori) scioglie i cristalli di zolfo quando sono ancora in piccole quantità. Emette delle microscariche ad una tensione, mi pare, di 16/17 volt quando la tensione di ricarica supera i 13.4 volt (con alternatore, pannello o caricabatterie).
Non voglio entrare nel merito tecnico della presunta o reale efficacia. Posso solo dire che ha portato, sulle mie installazioni definitive (con la marca di batteria scelta in modo definitivo, perchè con qualcun'altra ha sortito effetti minori) la durata sui 4-5 anni. Tant'è che ho richiamato e installato la "scatoletta" sui primi 3 anni di produzione dei miei mezzi con tecnologia AGN salvando quasi sempre capra e cavoli (e anche la faccia).


Copia/incolla di alcuni interventi  in CamperOnLine  ( Nemesis )


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